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Numero verde e raccolta differenziata: la delibera Arera in Italia

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Un numero verde per la raccolta differenziata? Non solo è obbligatorio per i Comuni, ma è anche auspicabile.

Pensiamo solo a tutti i post e i commenti che leggiamo nei gruppi locali Facebook, WhatsApp e Telegram in relazione a presunti disservizi della raccolta differenziata. Ogni persona, ogni famiglia potrebbe avere bisogno delle informazioni più disparate. Come faccio a conferire un determinato rifiuto? Perché il mio sacchetto non è stato raccolto? Come faccio se chi raccoglie la differenziata ha distrutto involontariamente il mio cestino?

Queste e molte altre possono essere informazioni utili che possono essere date con un numero verde.

La raccolta differenziata in Italia: numeri e dati

La raccolta differenziata è obbligatoria nel Belpaese dal 2015, ma di regione in regione le regole sono differenti, soprattutto per quanto riguarda oggetti e tempi di conferimento. Secondo i dati riportati da QuiFinanza, l’Italia è risultata essere nel 2020 il Paese europeo che ricicla di più: il 79% sulla quantità complessiva di rifiuti. Tra questi va molto bene il riciclo degli imballaggi, che da solo si è attestato al 73% del totale.

C’è poi il discorso dei Comuni Ricicloni di Legambiente, che sono saliti a un numero di 623: si tratta dei Comuni che si sono rivelati particolarmente virtuosi nella raccolta differenziata totale (ovvero sia quella legata al porta a porta sia quella derivata dallo spazzamento stradale) e che producono meno di 75 chilogrammi di rifiuti pro capite. I Comuni Ricicloni stanno diventando sempre più, in particolare nel Mezzogiorno d’Italia.

Perché è importante la raccolta differenziata

La ragione principale dell’importanza della raccolta differenziata è di immediata comprensione. Le risorse della Terra, anche quelle che provengono dalla sintesi di elementi e materiali, sono esauribili. Differenziare, riciclare dove possibile, compostare ciò che si può, a casa o per via industriale, significa cercare di preservare queste risorse.

Accanto a questa ragione c’è però una sorta di corollario: i rifiuti, se non differenziati, non si possono stipare all’infinito, riducendo le terre emerse del pianeta a una grande isola-spazzatura (come nel romanzo “Sventura” di Chuck Palahniuk). E generando un macroproblema che tuttavia non può oscurare tutti i microproblemi.

Pensiamo alla corruzione e all’inquinamento che si è generato in passato, prima della raccolta differenziata diffusa, o che si genera ancora in alcune sacche di territorio in cui si preferisce non differenziare correttamente, non seguire le regole e trovare una strada apparentemente più facile: chiamare qualcuno che con pochi euro porta via tutto e va ad alimentare il fenomeno cancerogeno dei roghi tossici.

Per tutte queste ragioni, la raccolta differenziata in Italia e nel mondo si è resa importante, fondamentale, indispensabile. Non ci stiamo semplicemente adeguando a delle regole, ci stiamo prendendo cura della Terra e quindi di noi stessi che abitiamo questo pianeta.

La delibera Arera e l’obbligo di numero verde per i comuni

I Comuni, dicevamo, si devono dotare per legge di un numero verde connesso alla raccolta differenziata. Dall’1 gennaio 2023 infatti è entrata in vigore la delibera n.15 Arera, che comporta una serie di obblighi per coloro che gestiscono la raccolta, il conferimento e il riciclo dei rifiuti solidi urbani.

Uno di questi obblighi è appunto l’istituzione di un numero verde gratuito, che permetta a tutti i cittadini di un determinato Comune di accedere alle informazioni che occorrono, dal costo del servizio di smaltimento dei rifiuti, ovvero la Tari, alle piccole problematiche che possono toccare la differenziazione per ogni persona.

Tutte cose che un normale sportello comunale non gestisce normalmente con la stessa semplicità e immediatezza ma un numero verde sì.

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